Fondazione Gruppo Pittini è impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale: iniziato il restauro della Chiesa di Santa Maria di Castello a Udine

Il progetto di restauro della Chiesa di Santa Maria di castello prende in considerazione le componenti storiche, culturali e artistiche della città di Udine con l’obiettivo di ripristinare tutti gli aspetti di pregevolezza che nei secoli hanno contraddistinto questo luogo, valorizzarne il patrimonio che vi è conservato e, infine, rendere la chiesetta accessibile e fruibile come luogo di culto, monumento storico e bene culturale.

La Fondazione Gruppo Pittini ha scelto di contribuire ai lavori di restauro e alla valorizzazione del sito riconoscendo l’interesse culturale e turistico dell’antica Pieve, destinata a tornare una tappa imprescindibile nel percorso storico e culturale cittadino e a diventare punto di riferimento per la formazione e l’istruzione a più livelli.
La Chiesa di Santa Maria di Castello costituisce un simbolo per la città di Udine, per la collocazione a pochi passi dal Castello e per l’importanza storico-religiosa, e un fulcro della liturgia con particolare riferimento al culto di San Biagio.

Il nuovo progetto di restauro è un’occasione unica per restituire la chiesa e le sue bellezze alla collettività, grazie ad un programma ad ampio spettro che prevede, dapprima, interventi di salvaguardia del monumento e poi di promozione dello stesso attraverso un piano espositivo all’interno della chiesa in grado di illustrarne in modo interattivo l’evoluzione storica e l’inserimento della Chiesa di Santa Maria di Castello nei circuiti internazionali di ricerca dedicati al medioevo.

Chiesa di Santa Maria di Castello: descrizione e cenni storici

La Chiesa di Santa Maria di Castello è il più antico edificio sacro di Udine e corrisponde all’antica Pieve, sorta quando non esisteva alcuna città ai piedi del colle. La sua costruzione risale all’VIII secolo presumibilmente all’epoca longobarda: origine testimoniata anche da un’epigrafe in cui è citato re Liutprando (712-744).
Gli interni dell’edificio risalgono al XII e XIII secolo mentre la facciata è stata modificata nel secolo XVI in seguito al terremoto del 1511.

La struttura della chiesetta è a tre navate e conserva tutt’ora i tre absidi secondo lo schema paleocristiano. Sulle pareti interne si trovano affreschi risalenti al XIII secolo, attribuiti dalla critica al Primo e Secondo Maestro di S. Maria di Castello, raffiguranti scene tipiche della liturgia come il Battesimo di Cristo, la Deposizione della Croce e l’Incoronazione della Vergine. Da ricordare anche le importanti opere di scultura lignea assegnate ai secoli XIV e XVI che costituiscono fondamentali componenti della chiesa: la Madonna col Bambino, San Biagio e la Dormitio Virginis.

Il campanile, alto 43 metri, è stato ricostruito nel XVI secolo sulle tracce del precedente medievale e sulla sua sommità è posta la statua di un Angelo dorato risalente al 1777.

Dal punto di vista religioso, la chiesetta di Santa Maria di Castello è anche luogo di riferimento per i devoti di San Biagio, avendo ereditato dalla distrutta e vicina chiesa di San Biagio la co-intitolazione al santo protettore dei mali alla gola. Ogni anno nella giornata del suo anniversario, il 3 febbraio, un numero rilevante di devoti accorre presso l’antica pieve del Castello per ricevere la “benedizione della gola”.

Il progetto di restauro

Gli ultimi restauri che hanno coinvolto la chiesetta risalgono al 1984 ed hanno riguardato in particolare il consolidamento statico della struttura a seguito del terremoto del 1976.

Oggi il monumento necessita di interventi per proteggere le opere d’arte conservate all’interno e per arrestare il degrado dovuto a infiltrazioni, fenomeni di invecchiamento naturale dei materiali e correzione di lavori realizzati in passato. Il progetto prevede infatti la completa sistemazione della copertura del tetto e piccoli lavori di manutenzione ordinaria. Al contempo è urgente intervenire per la messa in sicurezza dell’abside con la ricostruzione del muro di contenimento che si trova in pessime condizioni.

La facciata principale sarà ripulita sia nelle superfici in pietra che in intonaco e, ove necessario, verranno eseguite micro sabbiature e ripristinato l’intonaco per proteggere le murature dall’azione dell’acqua piovana.

Dal punto di vista impiantistico si prevede il totale rifacimento dell’impianto elettrico e altre linee necessarie all’adeguamento e alla messa a norma. Per valorizzare le opere d’arte e gli affreschi, saranno installati apparecchi led a basso consumo e realizzato uno specifico progetto illuminotecnico.